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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Un papà e la buona scuola

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Sono un marito. Sono un padre. Sono soprattutto una persona che ama la propria donna. La propria moglie. Quella che rappresenta la più bella figura di questa società. L’insegnante. Colei che insegna a leggere e scrivere. Sublime ruolo che vede nella sua importanza, tutta la forza del suo primordiale concetto. L’educazione. La prima educazione. I primi gradini che richiedono quella sottile sensibilità, tale da rendere facile ogni nuovo passo in avanti. Accogliendo gli sguardi teneri e a volte timorosi, di quelle piccole nobili anime che si donano in un incontrastato e inconsapevole amore, quasi avessero piena certezza del ruolo affidato dal destino a questa singolare figura. Un padre non dovrebbe. Un marito non dovrebbe mai cedere dinanzi a nulla. Soprattutto in questo momento. Dovrebbe essere una persona sempre forte e pronta ad affrontare ogni cosa che la vita famigliare gli presenta. Ma sono esausto e ormai con poche forze. Mi resta solo questa vog

Maternità

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Sono nel bel mezzo di un sogno. Sono diventato più piccolo di un capello e sono sul tuo viso mentre stai regalando al mondo una nuova vita. Le luci abbagliano il tuo corpo ormai rosso dal calore dello sforzo che traduci in forza costante. Dai tuoi occhi una lacrima si allontana travolgendomi in pieno. Mi fa scivolare lungo tutto il tuo viso per poi passare dai tuoi seni, portandomi velocemente sul tuo addome che contratto mi sobbalza sulle tue mani. Sono aperte nell’ultimo grido di dolore prima che la vita prenda forma. E poi il vagito. Quello stridente e amoroso suono dei primi respiri.   Ora stringi i pugni. Di gioia. E con questo mi soffochi fino a svegliarmi dal sogno.   Adesso stringi le mie mani. Fiera e cosciente della tua importanza. Contenta e presuntuosamente vanitosa nel sentirti il vero riflesso della nascita.   La maternità è tua. E quello stare insieme a te mi siede in un gradino più basso dove mi gusto le tue certezze. E le tue.

Forza e fragilità

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Cara. Oggi ormai è certo. Ai nostri occhi. Di come quella macchina perfetta che mostri al mondo, sia il risultato dei soliti opposti che amano vivere l’ebbrezza dell’essere contrari. Schiettezza da bianco e nero. Calore del giallo misto al rosso. Fuoco. Ti vedono soggetto di un dipinto dove il colore alterna nei punti di maggiore luce quelle ombre che necessarie come non mai, tracciano il contrasto definendo un dettaglio chiaro a tutti. Forza e fragilità . Quale sottile equilibrio dove giornalmente ti inventi divenendo estrema ratio. Penso d’impatto a mia madre. Ti ho cercato nei momenti delle mie solite e primordiali debolezze. Trovandoti sempre forte e pronta a difendere ogni imponente pulsazione del mio cuore. Con il passare del tempo. Quello vero. Ti ho visto nel giallo di quella stanza. Eri ferma su di una sedia. E fragile come non mai cercavi l’abbraccio quale unico conforto. Ecco come diventi umana. Ecco come diventi Natura. Natura che volle il tuo essere u

Femminilità

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Quale  emozione  traduce  oggi  la  femminilità?  Di  una  donna.  Quale brivido nasce  dalle  movenze  spinte  dai pensieri  di  questa  notte?  Dove  Io.  Uomo solo in una  stanza.  Racconto a  me  stesso l’emozione  di  una  tanto nobile presenza.  In ogni  momento, in ogni  luogo.  In ogni  attimo della  comune  giornata, in ogni interstizio della  vita.  Mentre  si  muove  elegantemente  nel  cosmo, smuovendo energia  statica.  Alimentando di  luce  bianca, quel  bagliore  che  vi rende  uniche  e  sole.  Attrici  incontrastate  di  una  strada  a  senso unico.  Di  un vicolo cieco.  Dove  per forza  io.  Come  tanti.  Devo passare  per la  sola  certezza  di  giungere  alla fine  e  dovermi  fermare.  Dinanzi  a  così  tanta  bellezza.  Dinanzi  ai  colori  e  alle  forme  più belle.  Dinanzi  al  mio orripilare  fino al  più piccolo follicolo che  sgomita  per avere  anch’esso la  sua giusta vibrazione.  Mi  chiedo che  colore  ha  la