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Maria di scena

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Devo. Devo scrivere di voi! Non posso più aspettare le parole giuste. Vado a braccio. Vengo. Vengo a Zollino a vedere la mia carissima amica Diana. La mia " Maria di scena " al Paisiello di Lecce, dove ignari di tutto ci si cambiava nel camerino di un certo Carmelo Bene, pensando fosse poca roba. Vengo con il frutto della mia passione: mia figlia Stella. Solo diciotto mesi. Forse troppo pochi per Alfonso Salomon. Ma ci provo. In fondo oggi penso a come sarebbe stato bello se i miei genitori anziché mandarmi a lavorare mi avessero portato a teatro. E' ancora lei la Chiave di tutto, che mi fa pensare. Ebbene: esce in scena Riccardo, con un fare degno della magia di Balanzone. Mia figlia rimane folgorata. In silenzio. Per pochi secondi. E piange. Corre via. Mia moglie la insegue, ma io fermo lì. Padre incurante già in trans per la scena d'autore, giusta generatrice di emozione brutale e folgorante. So che mi figlia capirà. E infatti la vostra brav

Sono un'altra persona

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I teatro è un gioco.  Un bellissimo gioco che se ti tocca, ti ammalia, ti fa suo, ti porta con se senza lasciarti possibile arbitrio decisionale, senza darti la minima possibilità di dirigerne il corso.  Questo ho scoperto in questi soli trenta anni di passione, di emozione, di impegno, di unte sudate d'autore, di percorsi fluenti d'amicizia, di prese di posizione, a volte anche importanti, di spesati, di gioie, di poesia. Il palcoscenico è una delle droghe più sane che una persona eccentrica come me potesse provare. Humus perfetto per mettersi in mostra, nel senso buono del termine e far capire alla gente il sano impegno sociale, il risultato di una semplice storiella che scuote gli animi e le coscienze, il coinvolgimento umano con tanti ragazzi strappati alla comune giornata. Quattro pareti bianco sporco, o meglio sporcate dagli anni e dalle piazze del Salento. Il solito tavolino antico, Un divano fatiscente. Un quadro della Madonna e di nostro Signore. Una

Conforto di rito

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  Il vento soffiava spostando i suoi capelli, con fare elegante.  Con la giusta dolcezza. Jacopo era contento di queste carezze di natura, tanto che riuscì a sorridere e non pensare a quanto fosse lontano dai suoi amici piu' cari.  La loro mancanza era stretta al suo collo.  Lo soffocava lasciando ogni giorno dei segni sempre piu' evidenti.  Si fermò in preghiera con il suo solito santo ignoto, cercando il calore di un conforto di rito . Ti prego...  e non aggiunse altro.

Il pagliaccio di sempre

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Come se fossi un pagliaccio. Vorrei potermi struccare. Come se la mia vita fosse solo uno spettacolo. Come se fossi un pagliaccio. Vorrei poterti far ridere. Ancora una volta. Una. Perchè mi manchi.... Buonanotte papà. Il tuo pagliaccio di sempre .