Trentuno aprile.

Oggi.
Figlia mia.
E' "Trentuno aprile", per chi non lo sapesse.
Trentuno con  la T maiuscola.
Vorrei spiegarti come  il papà della tua amichetta mi ha detto di aver perso il lavoro.
Vorrebbe portare la tua amica lontano, pur di stringere la gioia telematica del salario.
Dice che andrà molto lontano a cercare i sorrisi della tua piccola amichetta Claudia.
Quelli che fanno cassa, e che annullano ogni cosa.
Quei sorrisi.
Vorrei chiederti di esserne felice.
Anche se non capisci.
Ma mi fermo.
Ti prego Stella mia.
Non chiedermi cosa è il lavoro oggi.
Non chiedermi cosa è la costituzione nel suo primo articolo.
Non chiedermi perché il papà della tua amichetta andrà via come fece tuo nonno..
Ti prego.
Taci e governa ancora la tua nobile semplicità senza chiedermi nulla.
Rimandami nella mia funzione di padre.
Silenzio.
Sottile silenzio.
Mi guardi.
In viso.
Sai che papà sta piangendo.
Ma non importa.
E' solo che tuo padre è un testa di cazzo che ama la purezza degli ideali.
Quelli.
Spero non debba mai lottare per il tuo sorriso.
Perchè lo farei fino alla morte.
Lo sai che lo farei.
Ma ora basta.
Scendi giù e lasciami solo.
Solo con me stesso, e sbrigati.
... che il secondo giorno di maggio è ormai alle porte.


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