Vicina osteria
Jacopo voleva la verita e la voleva subito.
Il dubbio chiese tempo e decise di andarsene da quella fottuta camera che aveva visto già troppe lacrime.
Era convinto della sua ingenua trasparenza, inadatta a quello sfondo lucubre fatto di cose vecchie.
Di lampade rotte, di muri sporchi, di interruttori unti dal grasso di mani sporche.
E sudate. Di lavoro.
Fu così che Jacopo, guardandolo negli occhi gli negò la sua amicizia.
La rinnegò così. In maniera del tutto naturale.
E come al solito, lo fece sorridendo.
Uscì sbattendo la porta, infilandosi etrambe le mani nelle tasche e si accompagnò nella vicina osteria,
fiero del costante flusso di bicchieri di vino che avrebbe dominato.
Pazzia e noia impareranno a vivere insieme solo quando l'una capirà la grandezza dell'altra.
Dicendo questo al vecchio oste, ne sorrise ancora bevendo.
Sei Pazzo amico mio.
Pazzo.
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