Il mio palcoscenico

Chiedo perdono a Dio.
Chiedo perdono proprio perché spero che questo messaggio ti colpisca in pieno.
Sei una presenza che odio già della primo giorno in cui ho deciso della tua importanza.
Canti e sorrisi nella mia mente si assecondano per addolcire queste stanche serate.
Queste stupide armonie deviate da una nobile anima.
Che mi controlla.
Che mi chiede di scappare e stare solo.
Mentre mi insegue la voglia di cercarti e rivederti.
Di volerti.
Di amarti.
Quest’anima che chiede tutte le giuste cose, quelle dovute.
Sicura che io non le ascolterò mai,
fingendo davanti al mondo
che ho sognato da sempre come il mio palcoscenico.
Ma ora io,
stupido teatrante che passa un venerdì notte a scrivere,
devo capire quanto sei essenza.
Quanto sei vera vibrazione.
E soprattutto quanto pesi su di me che ignaro ti immagino,
vicino alle mie architetture da rivedere,
in una casa che non conosco e che non immagino più
visto che il solo pensiero
non mi aiuta a vederla nei miei
Sogni.
Chiedo perdono proprio perché spero che questo messaggio ti colpisca in pieno.
Chiedo Perdono a Dio.

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